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gioventù bruciata e pinguini sanzionati
investment opportunities

Nel 1955 usciva nelle sale Rebel Without a Cause, meglio noto in Italia come Gioventù Bruciata, e con esso entrava nell'immaginario collettivo l’icona senza tempo di James Dean: giubbotto rosso, sguardo tormentato e... una cabriolet lanciata verso il nulla.
Tra le scene più celebri del film, una in particolare ha fatto storia: due auto si dirigono l’una contro l’altra a tutta velocità. Il primo che sterza è un “pollo”. Il secondo vince. Ma se nessuno dei due sterza? Beh, si finisce spiaccicati contro un muro.

Oggi, settant’anni dopo, il gioco è tornato. Ma stavolta i protagonisti non sono due ragazzini ribelli. C’è Donald Trump, alla guida della sua cabrio rigorosamente Made in USA, e sulla corsia opposta: il resto del mondo. Compresi alcuni pinguini (che ritroveremo alla fine del report…).

Il Nuovo “Chicken Game”: versione 2025, Made in America

Siamo di fronte a una nuova versione del gioco del pollo, ma in chiave macroeconomica. La posta in gioco non è solo la reputazione, ma:

  • il commercio globale,
  • la fiducia nel dollaro,
  • la sostenibilità del debito americano.

La strategia di Trump è semplice, diretta, un po’ come un colpo di clacson a un incrocio. L’obiettivo? Forzare la mano a tutti per riportarli al tavolo negoziale e – tra le righe – convincerli a comprare Treasury in cambio di un po’ di tregua commerciale.

E come farlo? Con i dazi, naturalmente. Ma mica dazi qualunque. Dazi calcolati col genio dei migliori consiglieri economici dell’amministrazione Trump, tra cui, si vocifera, un parente lontano del tizio che nel Governo Giallo-Verde elaborava la Flat Tax con le moltiplicazioni.

La Genialata della Tabella: come calcolare l’astio verso gli USA

Nella magnifica cornice del Roseto della Casa Bianca, Trump ha presentato al mondo intero una tabella fatta così:

Paese

Quanto ci fa arrabbiare

Quanti dazi si becca

Tutti

Tanto

Dazi scontati al 50% (perché siamo buoni)

Il calcolo? Niente regressioni, niente modelli. Solo una divisione:
(Export verso USA - Import USA) / Export totali = Indice di Malvagità Globale™

A quel valore, si applica uno sconto del 50%, perché come ha detto Trump:

“Noi siamo buoni, molto buoni. Ma se ci fate arrabbiare, vi facciamo pagare la metà. Alla fine è uno sconto!”

In sintesi, nel mondo ideale della Casa Bianca, nessun Paese dovrebbe esportare più di quanto importa dagli Stati Uniti.
Un'idea brillante per cancellare secoli di teoria economica classica in una sola tabella PowerPoint.

Ma è davvero questa la strategia?

Molto probabilmente no. È più una mossa da negoziatore vecchio stampo:
Sparo altissimo → Ti faccio paura → Poi scendo a patti → E magari mi compri anche un po’ di debito pubblico.

Infatti, dietro questa teatrale guerra commerciale si nasconde una questione molto più seria:

  • Gli Stati Uniti devono rifinanziare circa 300 trilioni di dollari di debito.
  • Il conto della Tesoreria americana si sta prosciugando e, entro maggio, sarà necessario rivedere il "debt ceiling".
  • Gli USA detengono ancora la valuta di riserva globale, ma questa forza potrebbe non durare in eterno.

E se nessuno accetta di negoziare o comprare Treasury?

Possibile scenario: tassi a doppia cifra, dollaro in decomposizione, inflazione stile anni ’70 e turbolenze politiche interne.

Il Ritorno delle Ritorsioni

I Paesi colpiti dai dazi non stanno a guardare. Ecco i numeri:

  • Cina: +34% di dazi (che si sommano a un +20% già esistente).
    Risposta: l’intero blocco asiatico si dichiara “compatto e pronto alla reazione”.
  • Giappone: +24%
    Risposta: valutano misure “in linea” ma senza rottura formale.
  • Europa: +20%.
    Risposta: l’UE minaccia l’arma nucleare: i brevetti sui tappi di plastica che non cadono.
    Ma come al solito è divisa:
    • Sud Europa (Italia, Spagna): preferiscono la via del dialogo.
    • Nord Europa (Germania, Olanda): vorrebbero restituire il colpo, anche con gli interessi.

Intanto, a Bruxelles si discute se includere anche il brevetto delle salviette umidificate che si sfilano una per volta. (Work in progress.)

Volatilità alle stelle: ma è tutto previsto

Come già detto nelle scorse settimane, era prevedibile un’esplosione della volatilità.
La tensione sui mercati si taglia con il coltello, ma – attenzione – è proprio nei momenti di panico che si fanno i bilanci migliori.

Chi ha avuto pazienza ed è rimasto liquido ora può cogliere delle buone occasioni, ristrutturare il portafoglio e acquistare qualità a prezzi di saldo. Il mercato in questi due giorni sta attuato il calssico atteggiamento da rsik off esasperato dagli algoritmi: fuori a qualsiasi prezzo titoli ad alto beta (Banche, consumer, industraili ecc) e continue sospensione per eccesso di ribasso. Questo movimento sta portando ad esempio le banche italiane ad avere un dividend yield (che verrà staccato a maggio) ben oltre il 10%. Le ritorsioni dei paesi non si faranno attendere ma ad ogni modo può essere questa una fase per iniziare a posizionarsi sui titoli più legati all’indice e quindi beneficiare di rimbalzi tattici del mercato.

MERCATI – AGGIORNAMENTO AL 4 APRILE 2025

📉 Indici Azionari

Indice

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Ethereum

$3.220

-4,1%

Ah i pinguini…..

Tra i Paesi sanzionati con dazi al 10% da Trump, ci sono anche le isole Heard e McDonald. Un ridente complesso di isole abitato soltanto da malvagi….pinguini e del tutto sprovvista di umani capaci di fare import/export.

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